Per affrontare e vincere le nuove sfide del lavoro una delle “carte vincenti” è la formazione. E così sarà sempre di più. Avere lavoratori preparati a 360 gradi in un determinato ambito o settore farà, ancora più di oggi, la differenza. E questo è un sentore chiaro per tutto il mondo del lavoro. Come emerge anche da una recedente indagile che la Doxa ha svolto per Findomestic.
La ricerca fra aziende e lavoratori
Una ricerca basata su una serie di interviste ad “addetti ai lavori”, dalle aziende ai consumatori. L’esigenza di una maggiore formazione è avvertita da 7 lavoratori su 10 e dal 47% delle aziende intervistate. Questo anche perché negli intervistati emerge anche poca fiducia nella capacità del sistema educativo italiano nel preparare i giovani ad affrontare il mondo del lavoro dei prossimi anni. Per il 46% degli intervistati la formazione è troppo teorica, per il 30% i programmi non sono al passo con i tempi mentre per il 38% vi è un sistema di insegnamento troppo tradizionale. Per un intervisato su quattro, poi, vi è un limitato uso di strumenti tecnologici e digitali. Per vincere le nuove sfide del lavoro, infatti, diventa fondamentale secondo gli intervistati di questo sondaggio, stare al passo con i tempi. Soprattutto dal punto di vista tecnologico e digitale. Ecco, allora, che sono soprattutto i lavoratori più anziani quelli indicati come bisognosi di una formazione specifica in questo ambito.
Quali sono le nuove sfide del lavoro?
Un altro dato interessante che emerge da questa ricerca poi riguarda le “soft skills”. Quelle che, in italiano, sono chiamate “competenze trasversali”. Ovvero quelle capacità che raggruppano le qualità personali, l’atteggiamento in ambito lavorativo e le conoscenze nel campo delle relazioni interpersonali. Qualità, insomma. Come la capacità di lavorare in gruppo, di relazionarsi con colleghi e responsabili. O come la capacità di problem solving. Da questa indagine emerge come per affrontare le nuove sfide del lavoro avere queste doti relazionali ed una “intelligenza creativa” possa fare la differenza. Questo anche perché, come è sempre rilevato nella ricerca Doxa, nell’ultimo decennio il lavoro è diventato “più digitale ma anche più precario e con ritmi più incalzanti”. Tanto che lo stress e la capacità anche di fronteggiarlo sono fattori ai primi posti di questa rilevazione.
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