Il bonus giovani è una delle più interessanti novità che porta con sé questo 2018. Perché da poche settimane è entrata in vigore questa misura, che permetterà a diverse aziende di godere di alcuni sgravi.
Diciamo subito che il primo paletto per poter accedere al bonus giovani è l’età. Bisogna avere al massimo 35 anni compiuti. Inserito nella legge di Bilancio 2018, si tratta di un vero e proprio bonus per permettere alle aziende di assumere con contratto a tempo indeterminato.
Sgravi fiscali per il bonus giovani
Si tratta di un bonus occupazionale valido, al massimo, per tre anni. E con uno sgravio contributivo di tremila euro all’anno come tetto massimo. In pratica, le aziende che in questo anno solare 2018 assumeranno giovani Under 35 con contratto a tempo indeterminato dovranno versare solamente il 50% dei contributi Inps obbligatori dovuti per ogni dipendente. Una percentuale che diventa intera, che sale al 100% dei contributi Inps obbligatori, se questa assunzione avviene ina una delle regioni del sud e presenta diverse caratteristiche. Ovvero riguardare gli Under 29 disoccupati oppure gli studenti impegnati in apprendistato o in alternanza scuola/lavoro. Sarà possibile sfruttare l’occasione del bonus giovani anche nel 2019. Ma con una variazione, ovvero che l’età massima scenderà da 35 a 29 anni per poterlo richiedere. Con un intervento di questo genere l’obiettivo del Governo è di creare qualcosa come 300 mila nuovi posti di lavoro all’anno. Tutti con contratto a tempo indeterminato.
Chi può usufruirne e come
Ma quali aziende possono accedere a questa misura? Tutte quelle del nostro paese, dalle imprese ai professionisti fino ad enti differenti. Ma con qualche paletto. Ovvero, chi assume non deve avere fatto licenziamenti nei sei mesi precedenti a questa assunzione. Impegnandosi anche a non licenziare poi il dipendente assunto attraverso questo sgravio nei sei mesi successivi all’assunzione. Inoltre i datori di lavoro dovranno essere in possesso del Documento di regolarità contributiva, il Durc. Oltre a rispettare le leggi in materia di lavoro e di contratto collettivo. Con questa misura si vuole cercare di incentivare quei lavoratori che, finora, non avevano mai potuto contare su un contratto a tempo indeterminato.
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